Intelligenza artificiale - robot

L’intelligenza artificiale sarà la nostra rovina?

Dall’arrivo di ChatGPT, a novembre 2022, si è parlato molto delle potenzialità dell’intelligenza artificiale. Nel giro di pochi mesi, questa tecnologia si è evoluta velocemente, per alcuni forse anche troppo. Le principali aziende del settore high-tech hanno deciso di adeguarsi immediatamente. Microsoft in primis, grazie alla partnership con OpenAI per integrare ChatGPT su Bing. Naturalmente non poteva mancare Google, con il suo chatbot Bard (non ancora disponibile in Italia). Anche Amazon ha ceduto al fascino dell’intelligenza artificiale generativa, dal momento che starebbe pensando ad un chatbot AI da integrare nel suo shop online. L’AI farà sempre più parte delle nostre vite e questo è ormai inevitabile. Ci aiuterà nei compiti più semplici, ma anche nei più complessi. Dalla prenotazione di un tavolo al ristorante, fino alla risoluzione dei più difficili calcoli matematici. Ma è tutto oro quello che luccica? Ovviamente no.

L’intelligenza artificiale come il nucleare

L’AI non è solo rose e fiori. Può infatti essere fonte di grandi problemi, come la diffusione di fake news o le truffe. Lo sa bene Sam Altman, amministratore delegato e co-fondatore di OpenAI, il quale, nel corso di un’audizione al Senato degli Stati Uniti, ha espresso tutta la sua preoccupazione sulle derive che l’intelligenza artificiale può provocare. Lo stesso Altman ha dichiarato infatti che l’AI può essere veramente pericolosa ed ha bisogno di essere regolamentata, come avviene con le armi nucleari. Uno dei principali rischi riguarda ad esempio le possibili interferenze che l’intelligenza artificiale potrebbe avere sulle elezioni statunitensi del 2024. Un simile scenario provocherebbe danni veramente catastrofici.  

ChatGPT Intelligenza artificiale
Foto: © Pexels.

Il governo degli Stati Uniti non è l’unico ad essere preoccupato. Anche l’Unione Europea sta lavorando per regolamentare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Il Parlamento Europeo ha infatti approvato il disegno di legge chiamato “AI Act”, che mira a regolamentare le normative relative all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, soprattutto per quanto riguarda i dati personali, la trasparenza e la sicurezza. Questa DL prevede quattro livelli di rischio: minimo, limitato, alto e inaccettabile. Se una tecnologia AI prevede un rischio minimo, potrà essere utilizzata senza problemi. Contrariamente, quelle con rischio inaccettabile (come ad esempio l’identificazione biometrica in spazi pubblici) saranno vietate in tutta l’Eurozona. L’AI Act potrebbe essere ufficializzato nel 2024. Per il momento ChatGPT può essere utilizzata senza problemi (anche in Italia), mentre Google Bard dovrà attendere. Infatti, il chatbot di Google non è conforme al GDPR dell’UE.

L’AI ci renderà più stupidi?

Probabilmente sì. L’intelligenza artificiale “impara” da noi e migliora utilizzo dopo utilizzo. Dall’altro lato, l’uomo potrebbe diventare più pigro e delegare tutto all’AI, cosa veramente pericolosa e inquietante. Lo scrittore Nicholas Carr, in un saggio – e in un articolo pubblicato sul New York Times – ha dimostrato come gli smartphone rendano più stupide le persone. Qualche anno prima aveva scritto un saggio simile, in cui parlava però degli effetti di internet. Cosa bisogna aspettarsi quindi dall’AI? Di certo il miglioramento e la semplificazione della vita. Ma a quale prezzo?

Secondo un’indagine Piaac-Ocse del 2019, il 27,7% della popolazione italiana sarebbe analfabeta funzionale. Uno dei dati peggiori in Europa. Con il passare del tempo è probabile che questo dato peggiori. L’intelligenza artificiale riuscirà a renderci migliori? Purtroppo è improbabile che accada. L’umanità sembra essere destinata a rimanere ferma, mentre l’intelligenza artificiale avanza. Fatalismi a parte, il futuro è, come sempre, un’incognita. L’AI ha davvero moltissimi pregi e potrebbe essere utili in tanti settori, ad esempio in campo medico. Tuttavia, fare completo affidamento su di essa, potrebbe portare veramente alla nostra rovina. Riusciremo a farne buon uso? Solo il tempo potrà dirlo.

Foto in evidenza: © Pexels.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *